PILLOLE DI MALASANITÀ. VIGNALE: LE ASL DI ALESSANDRIA E ASTI VIOLANO NORME E ATTI DELLA REGIONE? INTERPELLEREMO LA CORTE DEI CONTI.

“Può un direttore avere un compenso economico aggiuntivo perché svolge la stessa mansione nell ’Asl di Alessandria e contemporaneamente in quella di Asti?” se lo chiede il consigliere regionale di Forza Italia, Gian Luca Vignale, che nel merito ha anche presentato un’interrogazione urgente in Consiglio Regionale.

Il doppio incarico a cui si riferisce il consigliere è determinato da una convenzione siglata tra l’ASL di Asti e l’Asl di Alessandria – determinazione n. 1276 del 6 novembre 2015 – che prevede l’assunzione da parte del Direttore del Dipartimento di Patologia delle Dipendenze della stessa Asl, anche delle funzioni di Direttore della Struttura Complessa dell’azienda di Asti con un onere aggiuntivo per questo incarico di 28 mila euro.
“Questa convenzione – spiega Vignale – viola le stesse determinazioni della giunta regionale. Se infatti la legge nazionale non permette ai dirigenti amministrativi e medici di ricoprire cariche diverse contemporaneamente, la normativa regionale va oltre, permettendo collaborazioni tra diverse Aziende Sanitarie per la gestione coordinata di servizi erogati, ma non a titolo oneroso. Ovvero, la Regione permette forme di collaborazione ma che evitino aggravi di costi e non maggiorazioni come in questo caso”.

Da qui la presentazione di un’interrogazione all’assessore Saitta finalizzata a capire se l’amministrazione regionale sia a conoscenza della convenzione siglata, oltre a far luce sulla liceità del doppio incarico da parte di due aziende sanitarie locali e sulla verifica che il compenso pattuito sia giustificabile.

“ L’interrogativo sulla correttezza di questa prassi e sull’importo versato è legittimo e più che giustificato. Non vorremmo – conclude il consigliere – che ci trovassimo di fronte ad una convenzione che non solo viola le disposizioni regionali, ma che fa impegnare in modo non corretto 28.000 euro l’anno. Per questo motivo chiederemo di verificare la correttezza della delibera anche alla Corte dei Conti”.