PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE, GRAGLIA: ACCOLTA LA NOSTRA RICHIESTA DI PORTARE DA 5 A 10 ANNI IL TEMPO PER LA REVISIONE. RESTA IL RAMMARICO PER UN PIANO CHE CONTINUA A PENALIZZARE I COMUNI E I PIEMONTESI

In sede di discussione dell’informativa dell’assessore Valmaggia in merito alla prossima approvazione del PPR, il gruppo di Forza Italia, rappresentato dal vice capogruppo Franco Graglia, ha avanzato alcune proposte di modifica della bozza di accordo con il Ministero definita dall’assessorato regionale per disciplinare la procedura approvativa e la successiva gestione. “Abbiamo contestato – spiega Graglia – una serie di aspetti che da un lato vincolavano del tutto la Regione a gestire l’attuazione del PPR d’intesa con la Soprintendenza e dall’altro obbligavano la Regione ad approvare il Piano entro sei mesi dalla stipula dell’accordo e a rivederlo obbligatoriamente ogni cinque anni”.

Il termine di cinque anni è incredibilmente assurdo visto che la legge urbanistica prevede la revisione dei singoli PRGC solo ogni dieci anni: il PPR ha una complessità ed anche una rigidità, perché riguarda le caratteristiche oggettive del territorio, che consiglierebbero tempi assai più lunghi. I soli sei mesi assegnati per l’approvazione del Piano, considerando che in gioco ci sono anche i mesi estivi, era inaccettabile perché rischiava di impedire un esame approfondito di questo strumento pianificatorio di efficacia illimitata che condizionerà in maniera rilevante la gestione del territorio piemontese. Tanto più che, se il consiglio non provvederà nei termini, il PPR potrebbe essere approvato dal Ministro per le parti che riguardano i beni vincolati: uno smacco inaccettabile. “Le nostre richieste- dichiara Graglia – in sede di Commissione sono state, come al solito, respinte dall’assessore ritenendole una provocazione che dopo anni di procedure avrebbero imposto, a suo dire, un prolungamento dei tempi”.

Evidentemente però, Valmaggia ci ha ripensato perché mercoledì sera ha inviato ai presidenti delle competenti Commissioni e a Graglia una lettera in cui comunicava che il Ministero ha accettato di portare l’obbligo di revisione del Piano a dieci anni ed il termine per l’approvazione dello stesso a nove mesi.

“Sono felice di apprendere che alcune delle nostre richieste sono state considerate ed accettate – conclude Graglia – Resta però il grande rammarico per il fatto che le altre nostre proposte di modifica, che avrebbero lasciato maggiore libertà di manovra alla Regione, non siano passate. Così avremo le mani legate con l’obbligo di concordare tutte le attività attuative con Roma. Resta da chiarire se l’assessore le abbia difese con la necessaria determinazione”.