SANITA’, GRAGLIA E PORCHIETTO: SULLE VACCINAZIONI ANTI-MENINGOCOCCO B REGIONE IN ESTREMO RITARDO, RIPARI A TUTELA DELLA SALUTE DEI NEONATI

“Prediamo atto che finalmente l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte si è deciso a rispondere in modo chiaro alle nostre sollecitazioni sul rispetto del Nuovo Piano Nazionale Vaccinale che prevede la somministrazione di quattro dosi per l’anti-anti-meningococcica B agli infanti nati del 2017. Che fatica però: ci sono volute tre interrogazioni per ottenere il sacrosanto diritto di vedere vaccinare i nostri bambini già a partire dal terzo/quarto mese di vita”. A sostenerlo il vicecapogruppo di Forza Italia, Franco Graglia, e il consigliere regionale Claudia Porchietto che hanno discusso oggi un question time sull’argomento a Palazzo Lascaris.

“Restiamo però preoccupati – spiegano i due esponenti regionali – in quanto l’assessore ha assunto sì l’impegno a provvedere al rispetto del Piano Vaccinale Nazionale ma non ha assicurato i tempi per l’erogazione entro il 15 aprile della prima dose del vaccino anti meningococco B. Ricordiamo per dovere di cronaca che si tratta di una patologia dove i soggetti più ad alto rischio sono i bambini di età inferiore a 1 anno e che ogni settimana che perdiamo va a tutto svantaggio della salute neonati che si trovano vulnerabili al meningococco B”.

Concludono Porchietto e Graglia: “L’assessore avendo contribuito alla stesura del Piano Vaccinale Nazionale e conoscendone con largo anticipo i contenuti, avrebbe potuto tenere pronta la struttura regionale. D’altra parte ci risulta che esistessero posizioni contrastanti al loro interno, alcune pronte a far saltare una delle quattro dosi di vaccinazione: una posizione peraltro comunicata ufficialmente da esponenti degli Uffici Regionali al Tavolo dei referenti delle Attività Vaccinali. Ora stiamo rincorrendo il problema: a metà marzo dovevano partire le prime vaccinazione per i nati del 2017 ma ancora non sono state effettuate. Vigileremo per ridurre i tempi che i nostri piccoli dovranno aspettare per essere adeguatamente coperti secondo i parametri decisi da un Protocollo Nazionale a tutela della loro salute che sicuramente non aveva bisogno del passaggio burocratico di una circolare ministeriale per trovare adeguata attenzione?”