GRAGLIA: LA REGIONE PROCLAMA IL RIUSO MA LO SOSPENDE

Ieri sera il Consiglio Regionale ha approvato il DDL relativo al riuso del patrimonio edilizio esistente, al fine di sostituire il ‘Piano Casa’ che questa maggioranza ha prima depotenziato e che poi non era più disponibile a prorogare.

“Il fine della legge poteva anche essere condiviso – commenta il vice presidente del consiglio Franco Graglia – ma abbiamo votato contro e ne abbiamo contrastato l’approvazione perché la nuova norma determina alcuni problemi importanti a cui il centrosinistra non ha mai voluto porre rimedio”.

Quale primo firmatario Graglia ha infatti presentato alcuni emendamenti volti a correggere tali storture, contestando in particolare la nuova modalità applicativa. Il Piano Casa prevedeva una serie di interventi in deroga ammissibili per legge. In pratica il cittadino presentava il proprio progetto che poteva essere approvato dagli uffici se conforme alle possibilità derogatorie previste dalla legge. Ora invece saranno i vari consigli comunali a dover decidere con proprie delibere le zone e gli edifici sui quali la nuova disciplina sarà applicabile o vietata. “La solita mania dirigistica della sinistra che ha voluto subordinare ad un atto dei consigli comunali l’effettiva applicazione degli incentivi previsti – prosegue Graglia – determinerà il più grave dei problemi che la nuova legge porta con sé.”

Poiché, come detto, le nuove facoltà potranno essere applicate solo dove dice il Consiglio Comunale ma al contempo è stata da subito abrogata la lr 20, è automatico che dal giorno dell’efficacia della nuova lege e fino quando non vi saranno le delibere necessarie gli incentivi al riuso previsti non potranno essere applicati. “Ho presentato allo scopo di rimediare a questo grave problema – precisa Graglia – uno specifico emendamento che prevedeva l’efficacia delle norme della legge 20 sino alla data di adozione delle delibere previste per un periodo transitorio di un anno, così da consentire che si possano presentare progetti senza soluzione di continuità. La maggioranza lo ha però respinto”.

In effetti la Giunta si è preoccupata solo di far salve le procedure già in corso alla data di efficacia della legge: cosa sacrosanta, ma che non risolve il problema di una fase transitoria che potrebbe essere anche molto lunga. Le delibere necessarie infatti sono atti complessi, che devono essere ben motivati per evitare ricorsi degli esclusi. “E’ incredibile che la maggioranza – conclude Graglia- mentre a voce proclama la priorità del recupero edilizio e la volontà di favorirlo abbia rifiutato di accogliere una proposta utile ad evitare che si producesse paradossalmente un blocco delle iniziative nel settore. Come al solito hanno rifiutato di considerare il nostro contributo solo perché veniva dalla minoranza. Ma così si fa un danno non a noi ma ai Piemontesi ed ai Comuni che perdono possibili entrate”