LE PROPOSTE DI FORZA ITALIA PER RILANCIARE, CON FONDI EUROPEI, UN SETTORE STRATEGICO

Superare il digital divide utilizzando al meglio i fondi europei e attuando una strategia quadro triennale che razionalizzi l’utilizzo del sottosuolo regionale e disciplini la realizzazione delle infrastrutture a banda larga.

Questi gli obiettivi principali della proposta di legge “Misure per lo sviluppo della rete pubblica regionale per le telecomunicazioni”, presentata questa mattina in conferenza stampa dal gruppo regionale di Forza Italia.

“La vera novità di questo testo – dichiara il capogruppo Gilberto Pichetto, capogruppo di Forza Italia – è la volontà di rimettere in ordine un assetto frammentato e diversificato. In sintesi è come se si volesse organizzare una stanza disordinata, per creare spazio e dare luce ai locali”.

Obiettivo del testo è promuovere la realizzazione delle infrastrutture a banda larga attraverso una migliore gestione e programmazione delle risorse esistenti, utilizzando al meglio le molte risorse europee (oltre 65 milioni di euro) che arrivano in Piemonte per l’Agenda digitale.

Quattro le novità fondamentali della proposta di Forza Italia.
Innanzitutto si richiede alla giunta di redigere un documento di programmazione triennale per lo sviluppo della banda larga (PDTR), che abbia come obiettivo principale il superamento, se non l’azzeramento, del divario digitale nelle aree rurali e montane piemontesi e la realizzazione di aree wi-fi free pubbliche all’aperto, commerciali e private.

Inoltre si regolamentano gli interventi di posa delle infrastrutture funzionali alla diffusione della banda ultra larga, affrontando (e risolvendo) il problema della disponibilità dei beni utili per l’esecuzione degli interventi infrastrutturali. Per incentivare la diffusione della banda ultra larga si semplificano i procedimenti amministrativi per l’abilitazione degli interventi di posa delle reti in fibra ottica e si agevola il c.d. cablaggio verticale, che consiste nell’infrastrutturazione degli edifici condominali o comunque composti da più unità immobiliari, abitati o utilizzati da potenziali utenti. Nei progetti per la realizzazione di opere stradali o infrastrutture civili sarà necessario prevedere spazi destinati ad ospitare la rete regionale a banda larga.

Per mappare tutti gli impianti, e sfruttare al meglio quelli già esistenti, la Regione cura e implementa un inventario informatico regionale delle infrastrutture costituite dai cavidotti per sistemi cablati di telecomunicazioni in banda larga.

Altra fondamentale novità della proposta dei consiglieri azzurri è la creazione in Piemonte di una regia unica del sottosuolo. Per portare la banda larga in tutti Comuni serve infatti scavare. Scavare però costa in termini economici, crea disagi ai cittadini e comporta il rischio di rottura di altri tubi già presenti nel sottosuolo (acqua, gas, etc..).

Questo è l’aspetto ‘old’ della new economy, con un notevole costo: l’80% degli investimenti necessari per portare la banda larga su un territorio è legato a scavi e ad opere civili.

Per questo motivo è importante avere una mappatura di tutte le infrastrutture esistenti nel sottosuolo in grado di mostrare a tutte le pubbliche amministrazioni ed operatori privati dove sono le tubature, dove corrono le linee elettriche e dove stanno i pozzetti e gli altri punti di accesso al sottosuolo. La proposta di legge prevede, quindi, la realizzazione di un catasto del sottosuolo che permetterà ad imprese e pubbliche amministrazioni di abbattere i costi di realizzazione delle reti e per semplificare la pianificazione di nuovi progetti.

Portare la banda larga, o ultralarga, in tutta la Regione significa garantire maggior sviluppo economico e produttivo ad imprese e cittadini. Alcuni studi, hanno infatti, dimostrato una diretta relazione tra crescita delle infrastrutture a banda larga e aumento del Pil pro capite. È stato ad esempio stimato che in Trentino, dove tutti i Comuni sono stati raggiunti dalla banda larga, dopo 15 mesi dall’installazione delle nuove infrastrutture le imprese hanno incrementato il loro giro d’affari del 4,7%.

“In Piemonte il digital divide – dichiara Gian Luca Vignale – non è stato ancora superato soprattutto a causa della conformazione geologica del territorio e dell’assenza di una strategia quadro regionale”.

Secondo le ultime rilevazioni effettuate 1055 comuni piemontesi sui 1206 presenti sono raggiunti dalla DSL, ma i restanti 156 sono tutti montani.

Secondo i dati del ministero il Piemonte, dopo Molise, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia e Umbria è la regione con il più alto digital divide per rete fissa. Sarebbero infatti 15, 2 i punti percentuali del divario digitale piemontese per rete fissa, 8,2 per rete mobile, per un complessivo 7 %.

Tutt’altri dati sono quelli relativi alla fibra ottica. Posarla costa 30- 40 euro al metro, più 50-60 mila euro per cambiare l’apparato centrale a cui il cavo arriva. Questi costi rendono gli investimenti in fibra ottica poco attraenti per i comuni sotto i 10000 abitanti.