REGIONI, PICHETTO: IL PROFONDO ROSSO DEI CONTI DEL PIEMONTE E’ UNA QUESTIONE NAZIONALE, NON PIEMONTESE

“È necessario chiarire a scanso di facili equivoci alcuni aspetti, in primo luogo che l’attuale correzione del disavanzo è una questione di carattere nazionale, non locale”. A dichiararlo Gilberto Pichetto, capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte e assessore al Bilancio della precedente Giunta di centrodestra.
“È bene quindi chiarire – aggiunge l’esponente azzurro – che per ovviare alle difficoltà di pagamento dei fornitori il Piemonte, unitamente ad altre regioni, nella scorsa legislatura si limitò ad applicare le regole di contabilizzazione concertate con i tecnici e i ministri dell’Economia di tre governi diversi: Monti, Letta e Renzi. Così come deve essere cristallino ai piemontesi che il consolidamento del debito di cui oggi tanto si parla ha una data di inizio che è il 2006, quindi ben prima dell’inizio del Governo di centrodestra. Le cosiddette maggiori spese sono le spese fuori bilancio accumulate tra il 2006 e il 2010 dalla Giunta di centrosinistra, emerse nel 2013 e contabilizzate in quell’anno”.
Continua Pichetto: “Credo che sarebbe corretto, per dare una giusta informazione che i media chiariscano ai cittadini che rispetto al bilancio 2009, consegnato dal centrosinistra, nel 2013 il centrodestra ha ridotto di 200milioni di euro l’indebitamento totale finanziario e contabile (mutui+pagamenti fornitori). È un elemento a cui tengo, in quanto la storia deve essere scritta perseguendo la verità e non lasciando zone d’ombra dove si possono annidare i maestri del retropensiero”.
“Vi sono però alcune certezze – conclude l’azzurro –: la Regione Piemonte ha pagato i debiti ai fornitori per ovviare agli intollerabili ritardi che erano diventati una abitudine. La correzione, di natura prettamente contabile, del disavanzo era un atto dovuto da parte della Corte dei Conti dopo una pronuncia della Consulta che ha messo in mora le scelte nazionali. L’empasse può essere risolto solo a livello nazionale, dove si è generato il conflitto di interpretazioni. L’auspicio è che il Governo, in tempi brevissimi, vari un provvedimento per chiarire definitivamente la questione. Ribadisco però che solo in Italia la libera licenza di cavillare ha creato un problema da una soluzione ratificata da tre diversi Governi. Sarebbe però opportuno perseguire chi i debiti li crea, creando i relativi disavanzi, e non di ostacolare chi invece cerca di risanarli così come ha fatto il presidente Cota nel 2013”.