GRAGLIA: RIFIUTO IL FOLLE CONCETTO DI GENDER E DI IDENTITA’ SESSUALE A TUTELA DEI MINORI

“Sono proprio amareggiato, spiazzato e deluso perché credevo di dovermi esprimere su una proposta di legge sulla violenza contro le donne, uno dei ‘peccati’ che considero più gravi e vili che l’uomo possa commettere, e invece mi sono trovato a discutere su argomenti quale quello del gender e dell’identità sessuale che nulla hanno a che vedere su questo tema. Un tema che ci tengo a rimarcare rifiuto totalmente. Siamo in un momento di mancanza assoluta di valori morali e di presa di coscienza della dignità dell’uomo. Senza la presa di coscienza non si ha coraggio e non si persegue la verità ma solo l’opportunismo: quell’opportunismo che è stato perfettamente rappresentato dall’indifferenza e dal disinteresse dimostrato dalla maggioranza durante la discussione e la votazione in Aula”. A sostenerlo è il vice capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte, Franco Graglia, a seguito dell’approvazione in Consiglio regionale della legge sulla Violenza contro le Donne che ha messo al centro la nozione gender e di identità sessuale.

Prosegue Graglia: “Da cristiano praticante critico con forza l’introduzione della nozione gender in questo disegno di legge: una concezione che respingo con convinzione e che nulla ha a che vedere con le disposizioni sulla violenza alle donne e ai bambini di cui si stava discutendo nel documento originale. Si tratta di un omaggio ossequioso, morborso, gratuito ed inutile al DDL Cirinnà e alle Unioni Civili, in particolare laddove si parla anche di minori”.

Aggiunge l’azzurro: “Mi chiedo come si porranno alcuni consiglieri e assessori di fronte all’elettorato cattolico dopo aver garantito il voto a disposizioni e ad una norma di questa natura. Ma d’altra parte, l’andamento della discussione in aula la dice lunga dell’attenzione che il centrosinistra ha prestato sull’argomento. Di fronte a 10, e ripeto solo 10, emendamenti di merito i rappresentanti del centrosinistra seguivano a stento, hanno spesso sbagliato addirittura a votare gli emendamenti proposti dalla propria Giunta e sono stati più volte richiamati dalla Presidenza del Consiglio regionale che ha lamentato il chiacchiericcio che non permetteva ai relatori di intervenire. In un contesto del genere, si comprende bene che questa legge nasce solo con un intento di facciata: quello di accarezzare una parte del proprio elettorato a prescindere da ciò che si vota”.

Spiega Graglia: “Sinceramente sono rimasto profondamente scosso dall’atteggiamento tenuto dai colleghi di maggioranza: perché dopo aver contrabbandato temi etici dentro una legge dove non era necessario, non li hanno neppure rispettati dedicando loro l’attenzione particolare che meriterebbero. Lo dice una persona che ha saputo cambiare idea sulla concessione di alcuni diritti (sicuramente mai quelli per l’adozione dei bambini): ma per cambiare idea bisogna ascoltare quelle altrui e non chiudersi a riccio o peggio fare altro”.

“E’ alquanto grave infine – conclude Graglia – che, entrando nel merito della legge, i pochi elementi di novità per quanto riguarda veramente la violenza contro le donne: ossia i tutoraggi, gli inserimenti lavorativi, le borse lavoro, il Codice Rosa non abbiano alcuna adeguata copertura finanziaria. Così facendo si alimentano soltanto false aspettative ed il risultato sarà che molte vittime saranno costrette a tornare a casa, nel luogo dove hanno subito violenze continuando, con alta probabilità, a risubirle. Ad oggi la legge prevede uno stanziamento di 500mila euro, peccato che per dare attuazione a tutto quanto previsto in essa servirebbero almeno 6milioni di euro”.