NESSUNA PRECLUSIONE SULLA RIFORMA DELLE IPAB MA L’ATTUALE PROPOSTA PEGGIORA IL PANORAMA DEI SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI IN PIEMONTE

“Non abbiamo alcuna preclusione ideologica su una riforma del sistema delle Ipab. L’attuale proposta presentata dal Partito Democratico però pare evidente, in particolare dopo aver ascoltato gli interventi dei relatori del seminario che abbiamo organizzato, peggiora il panorama dei servizi socio assistenziali in Piemonte e rischia anzi di mandare al collasso un sistema. Si lavori su un nuovo testo condiviso guardando però anche all’evoluzione della legislazione nazionale”. A sostenerlo il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte, Gilberto Pichetto, che ieri pomeriggio ha moderato un seminario sul tema della riforma delle Ipab (Istituti Pubblici di Assistenza e Beneficenza) nell’Aula consiliare di Palazzo Lascaris. Durante i lavori si sono susseguiti gli interventi del filosofo e psichiatra Alessandro Meluzzi, del presidente Anaste Piemonte Michele Assandri, della presidentessa Fondazione Promozione Sociale Maria Grazia Breda, del membro del Cda Ipab Borsalino Gaetano Dieni, della vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino, del capogruppo di Forza Italia in IV Commissione del Consiglio regionale Claudia Porchietto e dell’assessore regionale alle Politiche Sociali Augusto Ferrari.

“In funzione degli interventi ascoltati da parte degli operatori del settore – afferma l’esponente di Forza Italia – sono apparsi alcuni limiti evidenti nella proposta del centrosinistra piemontese di riforma delle Ipab. In primo luogo abbiamo registrato che tutti gli operatori affermano di non essere stati neppure auditi dall’assessore: come si può creare una legge che funzioni facendola calare dall’alto e senza ascoltare i corpi intermedi? Vi è poi la questione di un quadro legislativo nazionale di riferimento che non è assolutamente chiaro e che rischia di portare a licenziare in Piemonte una legge già vecchia: da un lato infatti siamo in attesa dell’evoluzione annunciata della normativa Turco 328/2000 e dall’altro abbiamo le possibili conseguenze della Riforma Costituzionale del Titolo V se vincesse il sì il 4 dicembre e dell’attuazione della legge nazionale 108 del giugno 2016 che prevede la Riforma del Terzo settore. L’applicazione delle regole studiate dalla Giunta Chiamparino rischia poi di rendere disomogenea la distribuzione dei servizi offerti oggi dalle Ipab nel territorio piemontese e conseguentemente iniquo il trattamento costituzionalmente garantito dei diritti delle persone non autosufficienti”.

Conclude Pichetto: “Le modifiche previste dal ddl 193 avranno inoltre dei pesanti costi nella rimodulazione dei servizi offerti dalle Ipab che ad oggi non trovano copertura: una scelta paradossale pensando anche alla situazione patrimoniale delle singole strutture che già soffrono gli effetti dell’attuale crisi economica. Infine vi è il problema, non di poco conto, che nell’eventuale crisi che si creerà sicuramente nel passare da una gestione dei bilanci pubblici a quelli privati c’è il rischio che si inseriscano sistemi di cooperazione non adeguatamente verificabili con le conseguenze di riduzione del livello dei servizi che tutti possono immaginare. La normativa proposta dal centrosinistra e oggi ferma in IV Commissione va quindi attentamente rivista: noi siamo pronti a fare la nostra parte per costruire un sistema sostenibile ed equo”.