“La riforma delle Ipab studiata dal centrosinistra e che é in discussione in Aula si tradurrà in modifiche dannose, non concertate con tutti gli operatori e che rischiano di portare ad acquisizioni per lo meno discutibili da parte di operatori fuori regione e per tale ragione non abbiamo partecipato al voto. L’unica soluzione per migliorare questa legge é riscriverla: ordini del giorno e emendamenti non risolvono le evidenti criticità presenti e che hanno sottolineato a più riprese le parti sociali che hanno denunciato di non essere state coinvolte nella riforma”. A sostenerlo il Gruppo di Forza Italia in Regione Piemonte e in particolare i consiglieri regionali Claudia Porchietto, Daniela Ruffino e Massimo Berutti che sono intervenuti oggi in Aula.
I tre esponenti regionali hanno spiegato: “Questo disegno di legge non può essere condiviso perché stiamo andando ad imporre ad un sistema che si fonda sulla natura volontaristica una classificazione senza conoscerne le caratteristiche e la strutturazione patrimoniale. Abbiamo tentato in tutti i modi di far fare agli Uffici una ricognizione puntuale, ma d’imperio si é deciso che bastassero dati parziali: dati spot che peraltro non sarebbero neppure stati acquisiti se non avessimo fatto opposizione in Commissione. Ecco quindi che la riforma nasce senza un approccio scientifico e lasciando un mandato in bianco alla Giunta regionale di determinare, in un secondo momento, le regole del gioco di dettaglio. Non è difficile essere profeti: fra un paio di anni ci troveremo a discutere delle modifiche di questa legge e intanto vedremo gli effetti disastrosi abbattersi sulle singole strutture e soprattutto sugli utenti dei servizi da loro offerti. Vi é poi il problema del personale, delle coperture che questa legge non prevede per tutelarlo”.
Concludono Porchietto, Ruffino, Berutti: “Condividiamo con gli amministratori locali, i sindaci la crescente preoccupazione per un modello di welfare regionale, tassello delicatissimo per la nostra regione, che uscirà sì riformato ma vedendo nuovamente le fasce più deboli uscirne drammaticamente penalizzate. Continuo a volere la garanzia che il patrimonio alienato cada a titolo gratuito al comune in cui l’Ipab ha sede, perché gli enti locali hanno necessità di reperire risorse per le fasce deboli. In questo contesto prendo atto della volontà di accelerare l’approvazione di questo provvedimento visto che sarebbe bastata la legge nazionale per indirizzare il futuro delle Ipab”.