UNIVERSITÀ- PICHETTO: INACCETTABILE ESONERO DELLE TASSE PER PROFUGHI. UNIVERSITA’ MIOPE DI FRONTE AI PIEMONTESI

“È davvero incredibile che i profughi, ospiti del nostro paese, non dovranno versare nemmeno un euro per la loro carriera accademica mentre alle neo mamme o studentesse incinte viene concesso solo uno sconto e gli studenti piemontesi si debbano trovare nuovi lavoretti per mantenersi gli studi”, lo dichiara il presidente del gruppo regionale di Forza Italia, Gilberto Pichetto, sulla decisione dell’Università di Torino di rendere gratuiti i corsi universitari del primo biennio per i rifugiati.
“La decisione dell’Università – continua Pichetto – mette, incredibilmente, al primo posto le esigenze degli stranieri rispetto a quelle dei piemontesi. Siamo di fronte ad una miopia ideologica: del tutto offuscati i sacrifici delle tante famiglie che a fatica riescono a garantire gli studi accademici ai figli, ma ben chiare le richieste di persone straniere, che dal nostro paese e Regione ricevono già molto. Non possiamo continuare ad accettare che gli italiani e i piemontesi arrivino sempre secondi, nonostante i grandi sforzi che ogni giorno compiono. Pensare prima a loro che ai profughi avrebbe dovuto essere l’impegno dell’Università piemontese”.
“ In questo stravolgimento di priorità – prosegue – entrano anche gli esoneri per i dipendenti universitari. Sgravi, contributi o premi devono seguire un ordine preciso fondato sul merito, sul reddito, sulla nazionalità e sui sostegni famigliari. Altri criteri non possono essere ammessi, soprattutto da un Ente Pubblico come l’Università”.
“L’anno scorso su oltre 8000 studenti – conclude – con i requisiti per l’ottenimento della borsa di studio, solo in 6000 hanno potuto ottenerla. Sostenere gli oltre 2000 esclusi, oppure esonerare del tutto le donne incinte e le neo mamme, sarebbe stato un atto di buon senso da parte dell’Università torinese. Presenterò una mozione in Consiglio Regionale per chiedere un intervento immediato della Regione che ristabilisca le corrette priorità nelle politiche universitarie ”.