PSICHIATRIA, VIGNALE: ALLE 16.50 MUORE LA PSICHIATRIA IN PIEMONTE

“In Piemonte grazie al Pd tornerà il modello manicomiale ante Basaglia negando il diritto di cura ad oltre 1000 pazienti psichiatrici e scaricando sulle famiglie il costo delle rette” lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Gian Luca Vignale, a margine della IV Commissione che oggi, con il solo voto del PD, ha espresso parere favorevole sulla proposta di deliberazione della Giunta regionale recante “Revisione della residenzialità psichiatrica. Integrazioni a DGR n. 30-1517/2015 e smi”.
“La maggioranza di centro sinistra – accusa il consigliere – di fronte alle tantissime persone che oggi protestavano fuori dal consiglio non ha avuto nemmeno il coraggio delle proprie scelte, usando una novità politico: il parere “condizionato”.
Vignale si riferisce al voto ‘con condizione’ espresso sulla delibera. “ Un vero e proprio sotterfugio politico che però nei fatti non garantirà la cura ai pazienti psichiatrici piemontesi. Siamo di fronte ad una maggioranza ottusa, pronta a giocare al politichese sulla salute dei piemontesi”.
“Bisogna avere il coraggio di dire la verità ed assumersi le conseguenze delle proprie scelte – prosegue Vignale –. Con la riforma del sistema psichiatrico, che Saitta e Chimparino stanno imponendo, nelle strutture a media e bassa intensità (SRP3) non verranno più garantite le cure psichiatriche, ma esclusivamente sorveglianza e badanza e la libertà personale e il diritto alla cura saranno dimenticati. Saranno, in altre parole, dei nuovi manicomi”.
“Inoltre questa pessima delibera si occupa soltanto di 3000 dei 55000 pazienti psichiatrici piemontesi – aggiunge- . Il nostro gruppo aveva richiesto che, oltre al servizi residenziali, si intervenisse con alloggi assistiti, assistenza domiciliare, creazione di centri diurni e potenziamento dei servizi di psicoterapia. Questa maggioranza non ci ha ascoltato”.
“Per capire meglio – spiega Vignale – se si parlasse di ortopedia, anziché di malattie mentali, da oggi in Piemonte si avrebbe il diritto alla cura solo in caso di frattura e all’assistenza in caso di lussazioni o forti contusioni”.
“Saitta ed il PD – conclude – oggi hanno spazzato via quarat’anni di storia psichiatrica, disinteressandosi delle famiglie e dei piemontesi. La psichiatria è una questione di diritti e di libertà, innanzitutto degli individui e come tale va affrontata, garantendo il diritto alla scelta della cura, la libertà di poter stare con i propri cari e il diritto di ricevere la migliore assistenza sanitaria, anche domiciliare, e non certo assistenziale.”